“Cheikh, il tuo nome significa Maestro”, gli disse la nonna in un caldo pomeriggio d’estate, in riva a uno stagno a Diender, in Senegal.
E proseguì :”La farfalla non conta gli anni, ma gli istanti. Puoi essere Maestro e insegnare a te stesso a riconoscere i momenti di felicità.”
Questo dialogo ha aiutato Cheikh Diattara a non farsi dettare l’esistenza dal limite , la sedia a rotelle a cui l’ha costretto la poliomielite.
Ma ha avuto la forza di diventare giocatore di basket, musicista e sarto.
Non si è perso mai di coraggio e ha portato questo insegnamento, anche fuori dalla sua terra natale.
A Milano, con Valeria Zanoni ha realizzato il Progetto Kechic , una sartoria sociale e un marchio d’abbigliamento italo-africano.
E’ una speranza che prende forma, un sogno che diventa realtà, un’opera comune che, con ago e filo, unisce Dakar a MIlano.
L’esperienza intreccia i fili, mescola le storie, unisce i saperi, le usanze.
L’esplosione di colori dal sapore etnico del wax africano, si sposa con stoffe e forme della tradizione europea .
Parola d’ordine artigianalità, tutto è fatto a mano, con la massima cura per i dettagli.
Ma Kechic oltre a essere un atelier sartoriale, è uno spazio di creatività, relazioni, incontri, momenti di partecipazione e scambio.
La sua storia è anche diventata un libro dal titolo : “E ora vi racconto Cheikh, Maestro di Felicità ” della Casa Editrice Beisler scritto da Emanuela Nava con le illustrazioni di Anna Sutor.
Chi volesse vedere le sue realizzazioni sartoriali consulti il sito : www.kechic.it