E’ MESTRE LA CASA DEL NOVECENTO

Sembra passato un secolo, dall’inaugurazione avvenuta a Mestre, il 1 Dicembre 2018 , di M9 , il nuovo museo multimediale del ‘900 italiano dedicato all’innovazione culturale e tecnologica, al retail, all’intrattenimento e ai servizi.

Un distretto di rigenerazione urbana, un progetto della Fondazione di Venezia, che ha investito 110 milioni di euro per contribuire al rilancio e allo sviluppo di Mestre, nato come idea una decina di anni fa e che si è concretizzato poi, in quattro anni di cantieri.

Realizzazione e sviluppo di M9 sono stati affidati a Polymnia Venezia, società strumentale della Fondazione.

M9 si configura come una piccola smart city che, grazie all’impiego diffuso di nuove tecnologie, sostenibilità ambientale, mobilità, efficienza energetica, offre servizi innovativi per migliorare la qualità di vita dei cittadini.

Progettato dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton, è stato presentato nel 2018 anche alla 16^ Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia.

Lo studio che lo ha realizzato si occupa di architettura, pianificazione urbana ed interni, con l’obiettivo di sviluppare progetti che sappiano coniugare il dato funzionale, la sostenibilità, il design con l’impiego delle più recenti tecnologie edilizie.

L’applicazione delle nuove tecniche per il risparmio energetico e la ventilazione naturale sono già stati usati dallo studio nella Caserma dei Vigili del Fuoco e Stazione di Polizia di Berlino, nell’Agenzia Federale dell’Ambiente a Dessau e nel Museo Brandhorst a Monaco di Baviera.

ALCUNI DATI PER SPIEGARE L’IMPONENZA DELLA STRUTTURA

Sono 10.000 i metri quadri interessati dall’intervento, con 7 corpi di fabbrica di cui 3 nuove edificazioni, con:

  • 280 mq di Auditorium e Cinema 4K e 200 posti con visori VR,
  • 2.610 mq di esposizione permanente al primo e secondo piano,
  • 1.400 mq di esposizioni temporanee ed eventi al terzo piano (di fotografia, arte, design, tecnologia),
  • 2.485 mq di superficie interrata per depositi e parcheggi ,
  • 2.260 mq di aree commerciali per sostenere il bilancio del museo, inseriti in gran parte in un “Chiostro del Seicento”, luogo abbandonato e completamente ristrutturato, che ospita per ora una libreria e un negozio di giochi per bambini, uno di articoli sportivi, una agenzia che opera nell’offerta di uffici e servizi legati allo smart working.
  • Una facciata di ceramica policroma di “13 colori di Mestre” e di 20.822 elementi , scelti dai curatori del progetto, in perfetta armonia con il contesto urbano. I toni sono quelli del rosso veneziano, rosso mattone, rosa salmone, del crema del grigio chiaro, infine del beige.

IL MUSEO E’DOTATO DI UNA TECNOLOGIA ALTAMENTE GREEN

Le differenti soluzioni tecnologiche e progettuali green includono infissi ad alte prestazioni, sistemi di illuminazione a basso consumo e un campo di sonde geotermiche (63) e di 276 pannelli fotovoltaici, che consentiranno di coprire il 100% del fabbisogno termico dell’edificio durante il periodo invernale e circa il 40% del fabbisogno estivo per il rinfrescamento degli ambienti.

In questo modo, l’M9 avrà un risparmio energetico di circa il 35% rispetto allo standard di riferimento.

Per quanto riguarda i materiali, le proiezioni aggiornate dicono che il 20% dei materiali usati per la parte museale di M9 sono di provenienza regionale con un 12% di componente riciclata, percentuali che diventano rispettivamente 40% e 24% per la parte commerciale.

Grazie a queste scelte M9 è il secondo Museo italiano, dopo il MUSE ad ottenere la certificazione LEED GOLD del Green Building Council.

Il sistema LEED (Leadership in energy and environmental building) è uno standard internazionale di costruzione e ristrutturazione che ha come obiettivo il controllo e il contenimento dei consumi e dell’impatto ambientale, e che si divide in più protocolli, dall’edilizia residenziale, commerciale, scolastica, alla riqualificazione di edifici storici fino alla progettazione di interi quartieri.

In Italia gli edifici certificati con questo protocollo sono 126 e altri 346 hanno l’iter in corso: di questi 65 sono in Veneto e Friuli Venezia Giulia (20 certificati e 45 registrati in corso di certificazione) pari a un milione di metri quadri, la seconda area in Italia.

In Veneto spiccano l’Atelier di Bottega Veneta a Montebello (Vi), la Scuola Materna di Crosara di San Bonifacio (Vr), entrambi con certificazione platino.

L’Università di Ca’ Foscari a Venezia è dal 2013 l’edificio più antico al mondo con la patente LEED della sostenibilità.

Fra le provincie venete : Vicenza conta 18 edifici certificati LEED, Treviso 16, Venezia 12, Verona 5 e Padova 2.

Il Museo del Novecento annovera, inoltre:

  • 63 sonde del campo geotermico a 110 metri di profondità per produrre il 100% del riscaldamento e il 40% del rinfrescamento,
  • 276 pannelli fotovoltaici per produrre 86.000 kWh di energia solare annua media
  • l’uso di materie prime e tecniche costruttive ecocompatibili, che permetteranno di ottenere la certificazione di sostenibilità ambientale ed energetica LEED GOLD come il Muse di Trento.

IL MUSE (Museo delle Scienze di Trento) con progettazione di Renzo Piano, è stato il primo Museo in Italia ad ottenere nell’anno 2013, la certificazione LEED GOLD , rilasciata dall’Ente certificatore GBCI (Green Building Certification Institute di Washington.

Il Museo sorge all’interno del nuovo quartiere “ Le Albere “, con riqualificazione dell’ex area Michelin a Trento.

Per il progetto sono state scelte le soluzioni fotovoltaiche Thesan per fornire energia pulita e rinnovabile a tutto il complesso del Museo e le sonde geotermiche.

Anche il sistema acqua è integrato con risparmio dell’uso di acqua potabile e grazie all’adozione incrociata di sistemi di riduzione e del riutilizzo dell’acqua piovana.

Nella costruzione sono stati privilegiati materiali di provenienza locale per limitare l’inquinamento dovuto al trasporto. E’ stato utilizzato il bamboo come legno per la pavimentazione delle zone espositive.

Il tempo necessario al bamboo per raggiungere le dimensioni adatte per essere sezionato in listelli in forma di parque è di circa 4 anni.

Per un legno arboreo tradizionale di pari qualità di durezza, ad esempio il larice, ce ne vogliono almeno 40.

I CONTENUTI DELL’M9

I contenuti sono stati curati da 47 tra storici, sociologi, architetti, scrittori e suddivisi in 8 SEZIONI “GLOCAL”:

  • demografia e strutture sociali;
  • consumi, costumi e stili di vita;
  • scienza, tecnologia e innovazione;
  • economia, lavoro produzione, benessere;
  • paesaggi e insediamenti urbani;
  • lo Stato, le istituzioni, la politica;
  • educazione, informazione, formazione;
  • che cosa ci fa sentire italiani.

I materiali digitali provengono invece, da 150 archivi italiani pubblici e privati (le Teche Rai, l’Istituto Luce, La Fondazione Treccani, il Centro Storico Fiat, l’Archivio storico di Eni, la Fondazione FS italiane, ecc.), 6.000 fotografie,820 video per 10 ore di filmati video, 500 record di materiale iconografico, 400 file audio.

Molte anche le tecnologie innovative come i visori che permettono la navigazione in ambienti 3D, i dispositivi multi-touch, gli ologrammi, i sistemi di focalizzazione del suono e gli ambienti immersivi.

UN LUOGO DA GRANDE METROPOLI

Uno spazio enorme ed affascinante, con una narrazione completamente multimediale che sfida il visitatore ad entrare per scoprirlo, considerando che il restauro ha ridato vita anche al convento del tardo cinquecento che in parte lo ospita.

Come dice il Direttore, Marco Biscione, che ha lasciato il Mao di Torino per Mestre ed è stato scelto tra 117 candidati, il nuovo M9 è “Un’occasione unica per guardare al futuro, in un contenitore unico in Italia. Una narrazione collettiva che evolverà costantemente.”

Infatti, secondoValerio Zingarelli, amministratore delegato di Polymnia,” Ogni cinque anni contenuti e installazioni saranno cambiati, e così il Museo sarà sempre diverso. Deve restare Innovazione allo stato puro.”

Anche Torino, con il “Polo del ‘900” e Milano, con “il Museo del Novecento”, hanno avviato esperienze in questo senso, ma con diversi contenuti e prospettive.

Due ore e mezza di visita non bastano, per immergersi e poter provare tutte le installazioni multimediali:

980 apparati audio-video, 180 monitor, 110 proiettori, 60 installazioni multimediali e interattive, 56 work station, 51 video-player, tecnologia 3D, giochi. Un Museo dove il Novecento si racconta con la tecnologia e un pool di imprese:

Microsoft, Cisco, Samsung hanno partecipato con cinque studi di giovani creativi di esperienze virtuali.-

PERCHE’ QUESTO MUSEO DEL NOVECENTO ?

Perché mancava all’Italia, contrariamente a molti altri Paesi, un museo, un luogo di riconoscimento della recente storia nazionale, nel quale la formazione dell’Italia di oggi fosse raccontata ai suoi cittadini e al resto del mondo.

Come ha detto il Coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico del Museo, il Prof. Gianni Toniolo, “il secolo scorso è stato paradossalmente il migliore e, al tempo stesso, il peggiore della storia umana”.

In positivo, la quantità di beni a disposizione di ogni singola persona è cresciuta di otto- dieci volte, la durata media della vita è raddoppiata, l’incidenza delle malattie drasticamente ridotta, la quantità di lavoro diminuita, l’analfabetismo sconfitto, l’istruzione cresciuta.

In negativo, ci sono state due lunghe guerre con milioni di morti, l’Olocausto, l’uso di armi nucleari, il problema ambientale dovuto all’aumento del benessere.

Un Museo così in Italia non si è mai visto, mentre il visitatore gira nelle “dark room” illuminate dalle installazioni multimediali, resta affascinato dai grandi schermi che rimandano immagini, grafici, video, testimonianze dirette.

E’ la realtà virtuale che aiuta a capire il reale, la storia. Ci sono i luoghi che si animano con le storie dei personaggi di anni fa. C’è l’OCULUS, un visore che porta nella realtà aumentata e virtuale, che mostra i cambiamenti di un secolo, ad esempio, si entra nella cucina delle famiglie italiane, si sorvolano i 100 anni di Porto Marghera e del suo Polo Industriale guardando dall’alto i cambiamenti avvenuti negli anni.

Si sussulta nella stanza che ripropone le sensazioni di un rifugio antiaereo comprese rimbombo e oscillazioni.

Poi si va in fabbrica, dentro la catena di montaggio per costruire una macchina, ci si ferma davanti ad uno specchio che rimanda la nostra immagine con abiti di varie epoche storiche. Si entra in discoteca, accompagnati dalle diverse musiche del secolo. Attenzione se ci si mette a ballare in gruppo, il volume aumenta.

Nell’Arena, al secondo piano, si alternano immagini e comizi della storia del paese, con i materiali dati dagli archivi.

Si esce dopo due ore e mezzo felici e ci si domanda: “quando torniamo?”.

Perché la storia siamo noi, e non ci stanchiamo mai di viverla e di esserne gli interpreti principali.

M-CHILDREN PRESENTA “M9 CONTEST URBAN LANDSCAPE”

Grande attenzione viene riservata naturalmente alle giovani generazioni, i cittadini di domani.

Oltre alla formazione e ai laboratori didattici per bambini, per scuole e famiglie, M-Children, lo spazio multimediale interattivo ad alto contenuto tecnologico, istituito all’interno del distretto M9, in collaborazione con Microsoft ha ideato e chiama a progettare nuovi spazi urbani con il progetto : “Con Minecraft : Education Edition”, rivolto ai ragazzi di età compresa tra gli 8 e i 16 anni.

Prendendo spunto dagli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, chiama a porre l’accento sui temi legati alla riqualificazione urbana e invita le classi a mettersi in gioco e a ripensare lo spazio urbano.

Per info : www.mchildren.it

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