Era Aprile 2018 quando vi abbiamo proposto l’articolo “Autobrennero l’Autostrada che si colora di verde.”
Si parlava del primo Centro di produzione d’idrogeno da fonti rinnovabili d’Italia, con il rifornimento dei primi cinque autobus e una decina di auto.
Oggi, alla luce di quelle scelte programmate e dei fondi europei, BOLZANO risulta la prima città italiana ad aver imboccato la strada della MOBILITÀ PUBBLICA totalmente SOSTENIBILE e a impatto zero.
Nel 2013 assieme a Milano, Oslo, Londra e Argovia, ha testato i primi mezzi a idrogeno, finanziati dal Progetto CHIC (Clean Hydrogen in European Cities) dell’Unione Europea.
I fondi di Bruxelles, attraverso il progetto JIVE (Joint Initiative for Hydrogen Vehicles across Europe) permetteranno già a Bolzano di mettere su strada i primi 142 autobus a idrogeno prodotti in serie dalla polacca Solaris denominati “Urbino 12”.
L’alimentazione dei mezzi è semplice. Nella cella a combustibile l’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili certificate reagisce con l’ossigeno dell’aria, generando energia elettrica e vapore acqueo. La corrente alimenta i motori elettrici integrati nei mozzi ruota e tutti gli aggregati ausiliari.
L’elettricità in eccesso viene immagazzinata nella batteria e prelevata durante l’accelerazione.
Frenando i motori fungono a loro volta da generatori e producono altra corrente elettrica, immagazzinata sempre nella batteria per consentire di ridurre il consumo di idrogeno.
L’idrogeno viene prodotto nella centrale IIT – L’Istituto per l’Innovazione Tecnologica e distribuito da Alperia.
Ogni bus ha cinque serbatoi che contengono 35 chili di idrogeno, capaci di garantire un’autonomia di viaggio di 350 chilometri.
Un bus a idrogeno costa circa 850 mila euro, rispetto ai 600 mila di un mezzo elettrico e 300 mila di uno a gasolio.
Sono costi elevati, ma indispensabili per raggiungere l’obiettivo di emissione zero di CO2, al più presto, nei centri abitati.

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