Con questo motto “Because there is no Planet B “, Javier Goyeneche, spagnolo, fondatore di ECOALF , brand di moda interamente sostenibile, ha sintetizzato il suo operato nell’ambito della moda.Ha voluto chiamare EcoAlf la sua impresa, in onore di Alfredo, suo primogenito.Ormai la gravità della situazione ambientale, non ci permette più solo di avvertire che il mondo ha un problema, ma diventa indispensabile proporre delle soluzioni, non basta raccontare una storia, una narrazione, bisogna farla ed interpretarla attivamente.E’ dal 2014 che EcoAlf si è alleata con i pescatori per pulire gli oceani e trasformare ciò che viene raccolto in capi e accessori di qualità.Così, dopo i pneumatici, le bottiglie di plastica, i fondi di caffè che già riciclava, il brand ha intrapreso la trasformazione dell’immondizia raccolta, in filamenti con cui creare capi e accessori.Il progetto Upcycling the Oceans, è diventato il fiore all’occhiello di EcoAlf.Oggi ben 4 mila pescatori collaborano, a titolo gratuito, nell’impresa, in 44 porti spagnoli che partecipano all’iniziativa, 600 mila le tonnellate di rifiuti raccolti dal 2015, 40 le bottiglie di plastica che occorrono per un metro di filato.Il tutto coordinato da EcoAlf Foundation, nata per questo scopo.Bisogna ormai sforzarsi, come dice l’imprenditore, di non omologarsi al modello consumistico della moda-usa e getta, ma cercare di acquistare meno e meglio, valutando in modo responsabile l’acquisto.Ridurre drasticamente l’emissione di micro -filamenti inquinanti (generati anche da cotone, lana ) e collaborare con le aziende di elettrodomestici per installare nelle lavatrici filtri che catturino i micro-filamenti inquinanti, evitando che vadano nei fiumi e poi nel mare.Per info : www. ecoalf.com

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