Certamente pochi ricordano SEVERN SUZUKI l’allora ragazzina canadese che, nel 1992 intervenne alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente, a Rio de Janeiro, con un discorso di sei minuti che “zittì il mondo”.
Ma l’effetto durò poco, i media e la rete fecero presto cadere l’attenzione sui temi proposti. I tempi evidentemente non erano ancora maturi.
Ventisette anni dopo, GRETA THUNBERG con gli stessi argomenti, è diventata un’icona del web con i suoi video diffusi in tempo reale tra i suoi coetanei.
Il boom mediatico e le mobilitazioni seguite ne hanno fatto un punto di riferimento per il mondo ambientalista.
Peccato aver perso tanti anni, che potevano venir usati con maggior profitto per il nostro clima.
Adesso finalmente, l’attenzione mediatica è stata ottenuta, restano da risolvere le sfide.

Il Movimento dei giovani ha almeno tre grandi sfide da affrontare subito:
– deve continuare a tenere alta la tensione sociale sull’ambiente,
– deve dimostrare di essere coerente, con rinunce al proprio stile di vita, spesso consumista,
– deve trasformare le idee in consenso politico.

Perchè la sostenibilità ambientale è basata su misure fisiche, non su buone intenzioni: la si valuta con tonnellate di rifiuti, petrolio e CO2 in meno e con fonti rinnovabili in più.
Poi bisogna trasformare queste idee in consenso, perchè non solo i giovani, ma anche gli adulti, siano disposti a esigere scelte politiche e programmi ambientali e di governo, a favore di un nuovo mondo più pulito possibile.