“I Diritti degli uominidevono essere di tutti gli uomini;proprio di tutti.Altrimenti chiamateli privilegi.”C’è un vuoto e un silenzio irreale, il 13 Agosto 2021 si è fermato il cuore di Gino Strada, dopo che per 73 anni si è fatto sentire in ogni angolo del mondo, soprattutto dove sofferenza e dolore regnavano incontrastate come in Pakistan, Afghanistan, Somalia, Bosnia ed Erzegovina, Sudan.E’ mancato il fondatore di EMERGENCY, l’Ong creata nel 1994 da Gino Strada, e dalla prima moglie Teresa Sarti.L’organizzazione in questi anni ha prestato assistenza gratuita a oltre sei milioni di persone in 18 Paesi del Mondo, diventando nel 2006 partner ufficiale delle Nazioni Unite.Molte le parole di grande affetto e di grande stupore per una sua prematura scomparsa.CARLO PETRINI, suo fraterno amico e fondatore di Slow Food, alla notizia ha detto: “Perdiamo un personaggio che era l’incarnazione dell’altruismo. Un uomo straordinario che continuerà a vivere nella sua Emergency e nei tanti progetti che hanno assorbito la sua esistenza spesa a salvare più vite possibili”.ALEX ZANOTELLI , ” quando ho saputo mi ha preso un “Tonfo al cuore” e ha ricordato come ” Gino aveva capito l’assurdità di questo sistema economico finanziario che affama la gente e ricorre alla guerra per difendere i privilegi di pochi.DON CIOTTI, fondatore di Libera, ha riconosciuto in Strada, un uomo che ha vissuto non solo per sé ma per gli altri, consapevole che il bene non è mai passivo o neutrale.Le parole di MASSIMO CACCIARI :”La figura di Gino Strada ha a che fare con la nostra civiltà. Non è leggibile solo in chiave politica o semplicemente civile.La sua è stata una missione universale, alta. Che non può andare oggi ridotta ai nostri ricordi personali o a qualche aspetto parziale della sua figura.Una perdita grave. Non solo per noi che gli eravamo amici ma, ripeto, per la nostra civiltà.”Accorate le parole di RENZO PIANO, che ha costruito con Strada l’Ospedale dedicato ai bambini in Uganda: ” C’è qualcosa che mi brucia dentro. Che mi opprime. Un dolore che non sentivo da tempo.Gino era un poeta e un utopista. Ma lui le utopie le realizzava e rendeva possibile l’impossibile. Ho sentito la sua influenza scientifica e umanistica. Non so dove sia ora, ma una parte è dentro di me.”Mancherà un po’ a tutti questo medico, questo chirurgo, che ha curato gli altri, tutti gli altri, come fanno i veri medici , dedicando instancabilmente tutta la sua vita con la coerenza di chi da concretezza ai propri pensieri, di chi trasforma in opere i propri ideali.Grazie Gino, raccoglieremo il tuo testimone.P.S.: Nel suo ultimo articolo sull’Afghanistan , prima di lasciarci, sosteneva:”Gli Stati Uniti hanno speso duemila miliardi di dollari per finanziare la guerra, l’Italia 8,5 miliardi di euro. Le grandi industrie delle armi ringraziano.Alla fine sono le uniche a trarre un bilancio positivo da questa guerra.